venerdì 30 maggio 2008

Il taglio era stato chiesto dal Comune

Ci sono voluti quasi tre anni di processo, con tutti i costi personali e sociali che un procedimento penale comporta, per dimostrare che il taglio degli alberi gli era stato commissionato dal Comune e non di un danneggiamento si trattava. Si è conclusa con un’assoluzione la vicenda giudiziaria che vedeva Marcello Ciardullo, 48 anni di Sibari, imputato del reato di danneggiamento aggravato, quello previsto e sanzionato dall’articolo 635 del codice civile, per intendersi, perché tagliò 27 pini d’Aleppo nel comune di Villapiana.
Verissimo, lo ha ammesso l’imputato, solo che il taglio che per l’ispettore del Corpo Forestale dello Stato, Nunzio Aristotile era abusivo – e quindi un danneggiamento aggravato alle piante da rimboschimento – per lo sfortunato lavoratore, che di professione taglia alberi, era solo l’esecuzione di un mandato avuto dal Comune. E c’è voluto proprio la testimonianza del sindaco di Villapiana, Luigi Bria, per scagionare l’uomo, che in aula è stato difeso dall’avvocato Liborio Bellusci.
Bria ha dovuto spiegare al giudice Luna Calzolaro che Ciardullo, giacché stava tagliando altri alberi nella zona di “114” per conto delle Ferrovie dello Stato, è stato incaricato previa convocazione di una apposita conferenza dei servizi, di fare pulizia anche nei pressi dei cinque nuovi sottopassi che sono stati realizzati per consentire l’accesso al mare. Formula dell’assoluzione: “perché il fatto non costituisce reato”. E ci mancava pure.
Franco Maurella (Il Quotidiano della Calabria)

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