giovedì 26 giugno 2008

Ingiustizia sociale, civile e sindacale

L’appello di un padre che combatte contro un atto di “discriminazione”

L’accorato appello di un padre. Con una nota, Salvatore Zito, padre di Giovanni, spiega il dramma che quest’ultimo sta vivendo a causa della perdita del lavoro per ragioni «ancora inspiegabili». Sottolinea come il figlio abbia lavorato per diversi anni alle dipendenze di ditte appaltatrici che effettuano lavori nella gestione di servizi acquedotti della Regione co-gestiti dalla Sorical. Spiega come, nel momento in cui sono stati espletati nuovi appalti, assegnati ad altre imprese, invece di riassorbire, come da prassi, i dipendenti nella nuova gestione, come prevede un accordo sindacale sottoscritto tra lo stesso sindacato, la Sorical e la Regione, il figlio sia stato lasciato fuori, senza lavoro e senza futuro, e con lui anche la famiglia, visto che vivono in condizioni disagiate e con gravi problemi di salute, specie quelle dell’altro figlio minore invalido al 100%. Il genitore continua spiegando l’importanza di tale lavoro per il figlio Giovanni che contribuisce in modo sostanziale alle spese della famiglia, ma soprattutto non riesce a capire perchè solo il figlio sia stato tagliato fuori. Dopo essersi rivolto alle massime autorità, nessuno pensa al loro stato. «Le assunzioni continuano, ma di Giovanni neanche l’accenno. Questo aspetto ha la dimensione della discriminazione nei confronti di mio figlio, l’unico tra tutti i suoi colleghi ad essere rimasto senza lavoro». E conclude: «Credo nella giustizia sociale é sono convinto che chi di dovere riuscirà a trovare la soluzione a quella che per me sembra una ingiustizia sociale, civile, sindacale e ancora di più una sconfitta morale tendente all’annullamento di una persona».
g. l. (Calabria Ora)

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